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Trattato sull'amore

  • Immagine del redattore: WindOfMind
    WindOfMind
  • 27 ott
  • Tempo di lettura: 5 min

La spiaggia semi deserta di Lido era la meta che ricercavo da mesi, pur avendo fatto altre vacanze su due isole differenti. In una avevo trovato un posto simile per simil viaggio/relax mentale ma Lido la stavo sognando da gennaio, quando capitava che il riscaldamento fosse troppo alto e io avrei voluto essere nell'abisso blu. Le ondine piccole che tutto sommato erano carezze per le pietre della battigia mi riportavano alla prima isola di quest'estate e a quella sorta di relax che provo solo ed esclusivamente al mare. Ma non distogliamoci dalla ondine, mi facevano assumere la posizione più disincantata seduto su una poltrona naturale fatta di pietre, piedi in acqua , mani sotto il mento, il sottofondo era sempre quello , lo sciame di voci dei pochissimi ombrelloni accanto al mio, sole in faccia e a salvarmi c'erano i miei fidati occhiali da sole, che avevano il compito visto il fine stagione di proteggermi dalla mia espressività, nessuna bellezza all'orizzonte da scrutare, ma occhiali che dovevano fungere da tali e basta.

Mi ricollegavo ai pensieri estivi dove quelle lenti scure mi erano servite a tutto. Ora se mia madre mi sentisse esporre in modo soave mi chiederebbe "Si può sapere a che cazzo stavi pensando?" Ad un trattato sull'amore, pieno di buchi e di tante cose da scoprire. E giustamente aggiungerebbe sempre la moglie di mio padre " E tanto ci voleva a dirlo? Un po' di animo su". Pensate a quando tergiversavo da piccolo e me lo diceva con la classe di una mamma calabrese nella nostra local language, con mia nonna alias sua suocera che dava ragione a lei, prima nonna nella storia ad accordare la nuora. Tutto questo però serve a rendere più leggero quanto seguirà sotto e soprattutto a farti fare una risata, si proprio a te.

Quello che semplicemente descrivo come il mio mondo fantastico questa volta si era soffermato sull'amore. Quanta originalità nel pensiero si potrebbe affermare, eppure io e una vasta gamma di persone ci ritroviamo seduti su una giostra che vedi su un lungomare in piena stagione estiva con musica assordante, provando subito assoluto pentimento su l'esserci salito. Sentimento pentimento? No, è il titolo di una canzone, ma ci siamo accomodati su una giostra meccanica che fa oscillare il pensiero/paragone tra i nostri nonni, genitori e noi, spesso inevitabile, tre generazioni a confronto con relativi batticuore spesso rivelatosi in infarti. Obiettivi simili tra nonni e genitori, modi di fare differenti tra loro e noi che al momento siamo il risultato ultimo. La nonna che sosteneva fermamente sua nuora era solita raccontarmi i passaggi fondamentali del fidanzamento con mio nonno. A

veva conservato una cartolina ricevuta proprio da lui racchiudeva il timore che la giovinezza splendida del dopoguerra svanisse con un semplice no, la cosa che ricordo di più sono quelle pochissime foto ed essenziali del loro matrimonio e l'aneddoto del "SI" detto di petto e cuore da mio nonno. Passiamo a loro figlio e nuora (papà e mamma) molta più pazienza, molte più foto con prova video del loro matrimonio visto e rivisto e la solita domanda a mio padre "perché?" .

Infine io la terza generazione , in compagnia di altri centinaia nell'oscillazione tra il fascino del passato che non abbiamo vissuto, assaporato e il desiderio di scendere dalla giostra per poter finalmente vomitare.

Bene gli aneddoti ma dove voglio arrivare, proprio ora che non stavo divagando, quale tipo di trattato voglio scrivere? Anche perché ritornando al me principale sono pur sempre in spiaggia prima o poi avrò la necessità di fare un bagno.

Un trattato non è catalogabile a lista della spesa, con le spugnette sistematicamente dimenticate perché tanto dal reparto ci passo e lo ricordo. Ho dovuto fare una serie di pensieri sulle isole , nel traffico, in aereo, sul traghetto e in tutti i momenti più disparati che vanno da alba a tramonto. Cosa ne voglio sapere io dell'amore? Il trattato ha e avrà una serie di buchi, di livelli da sbloccare stile video gioco, ma a saperne tutto , poco o niente non sono solo. La visione che abbiamo oggi è spesso un'idea intima che riportiamo dietro dall'infanzia, la tale è oggettivamente fuori luogo con il classico "ai tempi dei miei nonni" pur avendo descritto prima storie felici nella mia famiglia dobbiamo ricordare che si imbastivano matrimoni e tutto quello che ne veniva dopo per favore sociale. I rapporti , le storie e le vite di tanti sono state autentiche, a cascata i nostri genitori hanno preso questo dovere sociale come loro, con la variante che loro un'adolescenza se pur austera l'hanno avuta, negli anni migliori e più mozzafiato, lettere, canzoni dedicate alla radio, attese, telefonate spesso interrotte da genitori che con le mani mimavano le forbici, il telefono costava a minuti. Attimi rubati, con l'attesa del riscatto che si disegnava in un domani insieme. La leggerezza della giovinezza che non appartiene a noi, che abbiamo i loro anni oggi sospesi tra una disillusa lotta social(e) ed una libertà che ci viene invidiata. Amare oggi rimane affascinante come un'opera d'arte, ma non abbiamo l'idea della costruzione e della fatica che ne consegue. Spesso sono caduto nell'errore dell'osservare tanto e osare quando poi era troppo tardi. Chi ha tempo non aspetti tempo, mi ripeteva mio padre da bambino, ed oggi questa variabile è un oblio oscillante tra l'invidia segreta che proviamo noi nei confronti del passato e la loro malcelata nei nostri.

Però il tempo che mi veniva decantato è il sostantivo principale del trattato, come possiamo provare amore senza di esso? Come non osservare qualcuno? Per quel lungo periodo, iniziando poi ad avere quel pensiero fisso fastidioso come quel raggio di sole che ti acceca ma ti scalda allo stesso tempo.

Invece no tutto subito e non faccio riferimento al sesso, che Dio lo benedica. Mi riferisco alla gara che facciamo appunto con lo scoccare degli attimi. Mai domi, mai contenti, la pressione della società esiste ma fino ad un certo punto, in mostra costante su i social come per mostrare quell'attimo illusorio che dopo pochi giorni si trasforma spesso in un comunicato stampa su una storia finita, neanche fossimo tutti alte reali della corte britannica.

Servono molti più momenti di disarmo completo fatti di porte chiuse alle spalle , scarpe lanciate per aria, sollievo nel rivedersi dopo una giornata, desideri fatti di labbra da sfiorare e odori da sentire di nuovo. Il cielo in una stanza, il vento nei capelli mentre piove e osservi il mare in tempesta, il tramonto mentre nelle orecchie si bisbigliano intenzioni meno romantiche , un uragano di cose che il tempo deve darci. Il mio trattato fa acqua da tutte le parti, non solo per via del fatto che lo stessi formulando mentalmente a mare, perché mi sento come Ulisse che navigava senza GPS con rotta e tempistica ben definita. L'amore è così fa acqua da tutte le parti ha due tre basi ben definite, il rispetto, non fa soffrire ed è libero, si mescola ad una serie di convenzioni sociali che sono spesso sono fatte passare per regole e condizionano le persone in pensieri, parole opere ed omissioni , facendogli accendere parecchie sigarette e riempire molti bicchieri. La regola è semplice parte dal cuore che non viene ascoltato sempre, viene condito dal bluff che ai tempi di… era tutto diverso. Gli imbrogli piacciono, accontentano, ingannano le giornate.

"Mille chilometri e ancora devi tuffarti?" domandò una delle voci dagli ombrelloni, disincantai lo sguardo e fu abisso blu. Nessuna tappa come Ulisse, il trattato sull'amore è diventato tutte queste parole, fatte di tempo, osservazione , incanto, illusioni, mani che si intrecciano.

Chi ha tempo non aspetti tempo.


WoM


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