Mentre tutto scorre... Swipe
- WindOfMind

- 21 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Scrivo direttamente al pc, o passo prima da carta e penna?
Non è una domanda che mi sono posto a caso o per caso, più che altro mi sono posto la domanda sbagliata oppure probabilmente, il quesito aveva bisogno di aria, puro ossigeno di casa, anzi casa madre, origine, vabbè insomma la città del ponte, ventosa, magnifica et fedelissima. Beh si ho una buona idea su la storia della mie origini.
Ma non divagherò su questo.
Ho preso degli elementi, soprattutto la mancanza dell'idea ispiratrice, perché stranamente è mancata lei l' IDEA, compresa l' assenza di dea alias musa ispiratrice in questo caso.
Prendi un bel giorno di ferie, senza le Torri, in riva al mare, il cielo con nuvole sparse, il sole verso il tramonto, che colora ma non scalda più, con la donna che in qualche modo ti ha formato, supportato e sopportato. Le spieghi il tuo problema, che questa volta non ha un nome femminile, non è finalmente qualcuna.
La prima riga è quasi la chiave di volta, perché mi domando e dico: siamo qualcosa che rimane, come quando prendi carta e penna e scrivi, oppure siamo un momento social?
Una volta vinta la soglia del mio personale "imbarazzo", ho cercato in un certo senso di rifugiarmi nel cosi detto CLASSICO, aggettivo che mi da una sorta di ansia.
Negli ultimi anni effettivamente a quante persone abbiamo scritto, parlato, comunicato, offerto da bere, regalato un emozione? Senza passare però dalla strada social?
Il nocciolo è proprio questo. La paradossale presunzione di conoscere qualcuno umanamente, tramite app.
No, nessun pippone sul " ai tempi di mia nonna", o collegamenti su pezzi precedentemente scritti, ma proprio una sorta di "dibattito" leggero come desidero, sul fatto che non ci stiamo proprio conoscendo più.
Questo volevo trasportarlo in un racconto fantastico (lo farò, prossimamente), ma dovevo metabolizzare prima diversamente, così sto quasi vomitando questo pezzo, senza uno stop vero e proprio, come il mio sarcasmo, ricercando la possibilità di non parlare di me in prima persona, perché si sa, lo so che lo sai, lo sapete, le emozioni, le cerco, le voglio, le vivo e le faccio vivere. Eccentrico? No, onesto. Cerco contraddittrici e contraddittori.
Una storia su i social dura ventiquattro ore, ne scorro tante, si non sono fuori dal mondo, sappiamo quante persone le guardano, vogliamo attirare l'attenzione, sponsorizzarci, far sapere che vogliamo vivere così con il sole in fronte.
Tagghiamo chi è con noi, così quasi per dovere, senza fargli capire realmente, che è proprio bello stare li insieme.
Rinuncia ai social, mi potreste dire leggendo, ritorna agli anni duemila a quando eri adolescente, potreste aggiungere, potreste pensare " Haj rutt 'o cazz", però secondo me è difficile pensare che abbia torto.
Non è la ricerca della ragione, è un ragionamento leggero, libero e non vincolante.
Un ritornare alle emozioni, non ad uno scorrere con il pollice, risolvere tutto con una reaction con il cuoricino, un ricondividi.
Raccomandato dalla persona che raramente guarda negli occhi, per uno e mille motivi, però a qualcuno ho detto di persona, scritto su carta, delle parole che sono impensabili in questa epoca frizzante. Abbiamo bevuto un buon vino rosato.
Paradossale, perché questo pezzo verrà tramandato via social, non è un monologo per tornare alle macchine da scrivere.
Correre libero e spensierato come Tardelli nella finale di Spagna '82, richiede tanto sacrificio,
meno male, ma onestamente la partita inizia ad essere lunga.
Tu vuo' fa' l'americano ma nel cuore c'hai Vasco (cit.)
WoM





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