Estate...
- WindOfMind

- 22 giu 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 ott
La mia introduzione a questo pezzo, ovviamente deve far scattare nelle vostre teste la sigla di Superquark, no scherzo fa caldo, al massimo un sorriso va più che bene.
Parto con una domanda, che mi faccio e che pongo a chi legge: ma l'estate non è un micro e macrocosmo tutto suo, un po' come Napoli o San Marino?
Bisogna aver visto Napoli, respirato la sua aria, assaggiato la sua cucina e vissuto la sua gente per capire meglio la similitudine, qualcuno potrebbe descriverla meglio, ma alcuni dettagli vanno visti un po' per caso, per gioco o per fortuna. Un giorno ero convinto che il sole tramontasse dietro il Vesuvio, ma ovviamente mi sono dovuto accorgere che i miei punti cardinali erano un attimo persi come me. Ma settembre, il clima mite e Napoli mi hanno regalato una luna piena proprio sul Vesuvio, ma i dettagli non finiscono qui, la persona che mi accompagnava a vedere Napoli, non solo ha avuto tanta pazienza mentre mi immedesimavo a fare il fotografo, quanto il mio telefono scarico, non mi ha abbandonato...
grazie collega, mi hai salvato, mi ha fatto fare lo scatto perfetto. Ovviamente inviato, non su i social.
San Marino invece, con il suo mondo a se l'ho vista per caso, la visita era programmata, ma il gusto, il gioco ed essere preso in giro per il mio equilibrio latente no. Quando vai in questa micro repubblica, realizzi che sei sul monte che affaccia su Rimini, ma sei lo straniero. Però rimani affascinato, entri nel loro mondo dove ti dicono "voi italiani...", si poi posi lo sguardo a sinistra e sta leggendo la "Gazzetta dello Sport", rimani perplesso ma affascinato.
L'estate è un mondo a se, non possiamo dirci di no, come Napoli, ha i suoi sapori, odori, canzoni che non canterai mai più da settembre in poi, l'inverno può essere un pensiero a luglio, ma questi non può essere associato a dicembre. Perché per scherzo in estate canti "Last Christmas", ma a dicembre hai dimenticato che esiste Alvaro Soler.
Di estati ne ho vissute un po', con la grande fortuna di averle trascorse tutte al mare, tranne le ultime sei, ma va bene così per queste ultime.
Le ricordo tutte, anche perché l'estate mi regala sempre il compleanno. Ma di questo scriverò più giù.
L'estate per eccellenza significava, vacanze, ferie, viaggi e mare, fatti tutti in ordine di elenco e in ordine sparso. Amori furtivi, amicizie furtive, serate senza senso e speranze. Il caldo infinito, abbattuto da un ventilatore rumoroso.
Eh si l'estate è anche questo una doccia continua, di acqua, pensieri, parole opere e omissioni.
Un' estate su tutte la porto con me, quella in cui crebbi sul serio, scelsi di fare la valigia e via, nuova vita, in fuga da me, da loro, da tutti sicuramente. Volevo un'altra angolazione, un palcoscenico diverso sul quale recitare. Lontano dal teatro.
La mia estate tipo adesso è disordine, ironia, irrealtà, birra, atipica, alla scoperta, un po' come questo pezzo, dove racconto tutto o niente. La mia repubblica, con "festa nazionale" che ha luogo durante il mio compleanno. Quando mio padre è convinto che io quel giorno offra il caffè a tutti. Papà, tuo figlio al suo compleanno offre i reni alla scienza.
La "festa nazionale" meriterebbe un pezzo a se, ma poi finirebbe ad essere troppo introspettivo. Di quel giorno posso dire che bisogna fare i complimenti a chi arriva al giorno dopo. Soprattutto i compleanni festeggiati sotto le torri, sono famosi per i brindisi che partono due giorni prima e finiscono due giorni dopo, Elisabetta II festeggia meno.
Si narra di un compleanno, dove il gestore del bar disse, non voglio più i vostri soldi, di un altro o era lo stesso ? Boh, insomma dove persi il mio regalo di compleanno. Di un altro ancora dove, persi un invitato sotto un portico con me e il mio "compagno di avventure" a bere beatamente ( papà se stai leggendo, giuro era caffè), il karma ovviamente mi ha lasciato fuori casa alle 4 del mattino senza chiavi. Però almeno avevo incrociato due occhi che non dimentichi nemmeno se hai la demenza.
L'estate quanto disordine, ma soprattutto nel suo cosmo va proprio scandito
F A C A L D O e la città che mi ha adottato non ha il mare.
Eh si le mie estati ora sono proprio diverse, alba sotto le torri, vizi, virtù, mare ridotto, ma sti cazzi, ho fatto estati da invidia, adoro quelle di adesso, perché sono disordinate, aprono il loro mondo, che faccio mio, che riescono a farmi essere e non volere.
Un teatro a cielo aperto, sotto le stelle, sotto occhi, come protagonista e mai come spettatore.
Ordinato nell'aspetto, disordinato in testa.
Passo e chiudo.





Commenti