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Urlare in silenzio

  • Immagine del redattore: WindOfMind
    WindOfMind
  • 15 feb 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Vi è capitato, di non sapere come iniziare un tema d'italiano durante un compito in classe?

Ecco, è il mio stato attuale; ho voluto aprire un blog, ma alla fine non so cosa scrivere - comunicare.

Potrei iniziare con <<oggi come oggi>>, ma è la prima cosa che mi hanno sempre sconsigliato i vari professori di italiano, i temari e l'istinto.


Perchè sin da bambino qualcosa l'ho sempre voluta dire, ma in primis ero timido, poi crescendo ho avuto la fase dove mi sentivo dire "hai perso un' occasione per stare zitto".

Ma crescendo, crescendo e arrivando nella fase attuale, ho preferito appunto Urlare in silenzio; ascoltare, valutare ed esprimere il mio pensiero solo se necessario.

Quando è necessario? Me lo chiedo spesso, bisognerebbe chiederselo spesso, solamente che il concetto di necessario è abbastanza soggettivo. Questa mia opinione del "necessario", mi riporta all'epoca della transazione tra la buona occasione dello stare zitto e l'urlare in silenzio.

Correva l'anno non ben precisato, vabbè insomma dopo i mondiali del 2006, quando mi rimase impresso un capitolo importante di un libro (Se questo è un uomo), ovvero i "Sommersi e i salvati",il protagonista in poche parole doveva scegliere se farsi sommergere dalla tragedia che stava vivendo o salvarsi con tutti i mezzi possibili.

Li nacque il suo necessario, li probabilmente nacque il mio di necessario, iniziare ad esprimermi, tanto l'espressione è di per se gratuita, libera e fortunatamente opinabile.

Esprimersi per farsi capire, capirsi per sapersi esprimere è un doppio lavoro o quasi una missione. Bisogna trascorrere molto tempo con se stessi, facile se sei introverso, difficile se si è estroversi e si cerca la continua approvazione del mondo.

Ma il mondo è singolare, sette miliardi di persone sul groppone, ma tutti che viviamo una vita singola, anche perchè vediamo solo la nostra esistenza, non possiamo vedere quella degli altri. Il mondo non ti approverà mai all'unanimità.

Il filo logico di questo pezzo? Boh, ma dalla disinibizione delle prime righe, ho espresso un filo, che può portare ad una riflessione ulteriore, forse a farmi realmente capire, al "necessario" oppure un semplicemente, un mandarmi a quel paese.


Buona la prima? Chi lo sa. Ora non mi va di pensarci, ora non mi va di fermarmi.


WoM



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